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Bambini difficili : chi sono?

Infanzia

Bambini difficili : chi sono?

Molti genitori vengono spesso presso il Servizio di Pedopsichiatria per delle visite o per chiedere aiuto a beneficio dei propri figli, dai tre anni in su, che presentino problemi comportamentali.

In base a degli studi (Roskam I., 2021; Roskam I., 2021), dal 2 al 6% della popolazione in generale presenterebbe problematiche di tale tipo, di livello da moderato a severo, e con prevalenza sui bambini maschi.

Il termine disturbi comportamentali può rimandare a due sottocategorie:

  • I disturbi internalizzanti, orientati, cioè, verso sé stessi (quali la depressione, l’ansia, ecc.).
  • I disturbi esternalizzanti, rivolti, cioè, verso gli altri (quali l’agitazione, l’aggressività, la disobbedienza, l’oppositività, l’impulsività e la disregolazione emotiva).

Sono questo secondo tipo di disturbi che affronteremo nel presente articolo.

Tutti i bambini possono sicuramente essere un po’ agitati, un po’ aggressivi... Si tratta di comportamenti normali. La presenza di tali comportamenti non costituisce un sintomo in sé, ma ciò diventa un campanello di allarme a seconda delle modalità e della frequenza con cui essi si manifestano. In effetti, tali comportamenti diventano problematici quando sopraggiungono in maniera ripetuta e/o smisurata in termini emotivi.

I comportamenti evocati sono dunque relativi (e non assoluti, la qual cosa indicherebbe, inequivocabilmente, la presenza o l’assenza di un determinato comportamento) e sono ugualmente dipendenti da colui che li valuta. Infatti, quando ci troviamo di fronte a un determinato comportamento, sarebbe importante considerarlo contestualizzandolo.

Facciamo un esempio: Quando, durante la ricreazione in cortile, un bambino è agitato, il suo comportamento è adeguato all’ambiente nel quale esso si trova ed è in fase con gli altri bambini, inseriti nello stesso contesto. Tuttavia, se il bambino dovesse manifestare la stessa identica agitazione successivamente, una volta in classe, in situazione di valutazione, lo stesso comportamento di intensità simile non sarà più considerato normale, ma, piuttosto, giudicato problematico. Inoltre, nel caso in cui tale comportamento dovesse amplificarsi d’intensità o ripetersi frequentemente nel tempo, esso sarà allora qualificato come disturbo.

Quindi, è tutta questione di adattamento al contesto e agli stimoli ambientali. Un secondo parametro, già accennato, è quello di colui che valuta. In effetti, la valutazione dell’intensità e della frequenza di un determinato comportamento variano soprattutto in funzione della qualità della relazione tra il bambino e colui che deve valutarlo. Ma sono anche altri i parametri interiori propri di colui che valuta ad entrare in gioco, quali la soglia di tolleranza, la cultura, il carattere, ecc. È dunque importante moltiplicare le fonti di osservazione di tali comportamenti.

Roskam e i suoi collaboratori utilizzano la metafora dell’iceberg per spiegare ciò che sottintende al comportamento del bambino (la punta dell’iceberg). In effetti, il comportamento è un barometro della salute mentale e del benessere del bambino. I bambini (di meno di 7 anni) non hanno freni mentali e presentano mancanza di autoregolazione. Non sanno nascondere le proprie emozioni (contrariamente all’adulto che può, ad esempio, essere triste e non mostrarlo). Quindi, il comportamento espresso dal bambino ci mostra una verità su di esso. Tra l’altro, quest’ultimo riesce sempre male a riconoscere gli stati d’animo degli altri. Ha bisogno di tempo per arrivare a decodificarli. I bambini sono incentrati essenzialmente sui propri stati d’animo; ciò, mano a mano che crescono, evolverà.

In regola generale, è quindi necessario essere prudenti relativamente all’osservazione di un determinato comportamento e non giungere a conclusioni troppo affrettate. Il disturbo occasionato nella vita di tutti i giorni porterà a scegliere una o più tipologie di presa in carico, a seconda delle difficoltà riscontrate. È importante notare che l’evoluzione di tali difficoltà può variare; ciò sarà oggetto di un prossimo articolo.

Opere citate

Howarth, R. (2012). 100 idées pour gérer les troubles du comportement. Londra: Tom Pousse.
Krotenberg, A., & Lambert, E. (2012). Scolarité et troubles du comportement. Champs Social.
Omer, H. (2017). La résistance non-violente. Parigi: De Boeck supérieur.
Roskam, I. (2012). Les enfants difficiles 3-8 ans. Bruxelles: Mardage.
Roskam, I. (2013). Mon enfant est insupportable. Comprendre les enfants difficiles. Bruxelles: Mardage.