Pubblicazioni
Qual è il ruolo dell’ortofonista?
Redattrici : Amélie Lombard e Justine Poigné, ortofoniste.
“L’ortofonista compie abitualmente atti rieducativi al fine di trattare disturbi congeniti, di sviluppo o acquisiti della comunicazione, del linguaggio orale o scritto, della cognizione numerica, della comunicazione, della parola, oltre che delle problematiche miofunzionali orofacciali, senza la presenza di un medico. Può praticare la propria attività solo dietro prescrizione medica.” Articolo 16 del Decreto Ministeriale n. 2011-73 del 16/02/2011 concernente gli atti professionali che possono essere praticati da personale medico ausiliario (sostituito dal Decreto Ministeriale n. 2017-803 del 10 novembre 2017).
Quali sono le competenze e gli ambiti operativi dell’ortofonista?
L’ortofonista è dunque lo specialista della comunicazione, del linguaggio, degli apprendimenti e della deglutizione; accompagna pazienti d’ogni età (dalla nascita al fine vita) che presentino disturbi congeniti (sindromi genetiche…), di sviluppo (disturbi specifici degli apprendimenti, …) o acquisiti (disfonia, disturbi neurologici…). L’ortofonista opera generalmente in regime convenzionato (convenzione sottoscritta tra il professionista del settore sanitario e le casse di assicurazione malattia); il suo intervento è regolato dalla NGAP (Nomenclatura Generale degli Atti Professionistici). Le richieste più frequenti in professione liberale riguardano i bambini in età pre-scolare e scolare.
La prescrizione del medico di medicina generale per effettuare un bilancio presso l’ortofonista
Numerosi professionisti che si occupano di prima infanzia e di pediatria dispongono degli strumenti necessari alla diagnosi di disturbi; nonostante ciò si può essere orientati verso la consultazione di un ortofonista per un bilancio solo tramite un medico (pediatra, medico di medicina generale…). In tutti i casi in cui viene prescritta una visita presso l’ortofonista, il primo appuntamento consiste nell’effettuare un bilancio ortofonico così composto:
- anamnesi (questionario sulla storia medica del paziente): sviluppo del linguaggio, sviluppo psicomotorio, eventuali antecedenti medici, comparsa dei sintomi, impatto funzionale sulla vita quotidiana;
- prove mirate (in funzione della richiesta e dei disturbi osservati) e standardizzate (i risultati sono comparati a uno standard di riferimento: media statistica ottenuta tramite campionamento della popolazione generale per fascia d’età/di livello, previa convalida scientifica) che permette di determinare quale direzione improntare per la valutazione;
- osservazione clinica e analisi qualitativa della comunicazione e del comportamento relativo al linguaggio e/o agli apprendimenti.
L’importanza del bilancio ortofonico nel follow-up del paziente
L’ortofonista redigerà una relazione scritta del bilancio che integrerà alla cartella clinica trasmessa al paziente (o ai suoi tutori legali) e al medico prescrittore. In funzione dei risultati, sarà redatta una diagnosi ortofonica, la quale stabilirà una condotta da seguire (valutazione o meno di una presa in carico regolare, assistenza terapeutica).
In caso di indicazione della necessità di avviare la terapia, la frequenza delle sedute sarà stabilita dall’ortofonista in accordo con il paziente, sulla base dellaseverità del disturbo e dell’impatto funzionale. La durata di presa in carico varierà in funzione di numerosi fattori, quali, fra gli altri, la regolarità e il coinvolgimento del paziente stesso e del proprio entourage.
In conclusione, l’ambito operativo dell’ortofonista è molto vasto, dal momento che tale ambito riguarda tutta la popolazione (ogni fascia d’età), oltre che varie patologie. In caso di dubbi, rivolgersi al proprio medico di medicina generale che saprà fornire il giusto orientamento verso il professionista adeguato.
https://www.legimonaco.mc/305/legismclois.nsf/TNC/19D263E7B2D9C8F9C125773F003B22DB!OpenDocument