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La meditazione: Trasformare noi stessi nel nostro amico

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La meditazione: Trasformare noi stessi nel nostro amico

di Joy ANSALDO, neuropsicologa, Sabine AUBRIL e Adrien CHAUVET, infermieri presso l’UPPM “La Roseraie”.

 

La meditazione è principalmente una pratica spirituale ancestrale associata alla religione, e ciò fa pensare inevitabilmente all’immagine di monaci avvolti in abiti color ocra, seduti a gambe incrociate nei loro templi profumati di incensi. Tuttavia, in questi ultimi anni l’interesse per la meditazione è aumentato e ha superato le frontiere, sia geografiche che fenomenologiche.

I recenti avvenimenti legati alla pandemia ci hanno permesso di constatare che la nostra realtà è variabile, mutevole e instabile. In questa situazione di agitazione, abbiamo la tendenza a cercare delle soluzioni orientate verso l’esterno per trovare un po’ di sollievo, come ad esempio l’alcol, la droga, lo sport, il tabacco, il cibo, gli schermi, ecc... Di conseguenza, il tasso di depressione è aumentato, così come le dipendenze, causando un aumento del ricorso a farmaci ansiolitici, sedativo-ipnotici e antidepressivi, come dimostrato dall’inchiesta CoviPrev (1) e dal rapporto Epi-Phare (2). La situazione pandemica ha fatto emergere i nostri bisogni più basilari dal punto di vista psicologico e osserviamo che le tematiche sociali fondamentali evolvono e che il benessere e la salute mentale passano in primo piano.

L’utilità della meditazione diventa quindi quella di sviluppare e favorire l’attivazione di risorse e di competenze interne, per poter affrontare meglio gli avvenimenti ai quali potremmo essere confrontati. Dato che il nostro mondo è mutevole, impariamo ad essere più flessibili, ad accettare il cambiamento e a convivere con esso, come nella favola del roseto e della quercia di Jean de La Fontaine.

Dal punto di vista pratico, ciò consiste nel focalizzare la nostra attenzione su un certo aspetto, come la respirazione, uno dei nostri sensi, il nostro corpo oppure le nostre emozioni. Baer e collaboratori (3) considerano che la mindfulness implica 5 aspetti:

  • Osservare cosa succede dentro di noi, i nostri pensieri (sia positivi che negativi), le nostre emozioni e le nostre sensazioni (gradevoli o sgradevoli), ma anche cosa succede nel nostro ambiente, senza cercare un significato e senza giudicare;
  • Descrivere i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre sensazioni tramite le parole;
  • Ridurre la reattività nei confronti di esperienze interiori, ossia non lasciarsi invadere dalle emozioni, dalle sensazioni e dai pensieri, imparare a lasciarsi andare e ad essere meno impulsivi;
  • Non giudicare gli altri, né se stessi o le situazioni, distinguere i fatti (neutri e verificabili) dalle opinioni (proprie ad ognuno), essere più tolleranti;
  • Agire con attenzione, svolgere un compito alla volta, concentrarsi sul momento presente piuttosto che rimuginare sul passato o proiettarsi nel futuro, essere riconoscenti per ciò che si ha, piuttosto che focalizzarsi su ciò che si vorrebbe.

Si tratta quindi di modificare realmente il nostro stato d’animo, tramite una pratica regolare formale, ma anche tramite una pratica informale, integrata nel nostro stile di vita.

Brain

 

I benefici della meditazione sono molteplici (4, 5, 6):

  • Diminuzione dell’ansia e miglioramento della qualità del sonno;
  • Diminuzione e prevenzione delle ricadute nella depressione;
  • Benefici biologici, a livello del cervello e del sistema immunitario (produzione più rapida di anticorpi);
  • Diminuzione dei sintomi dolorosi (in particolare i dolori cronici);
  • Diminuzione dei comportamenti alimentari problematici (anoressia, bulimia, iperfagia);
  • Diminuzione e prevenzione delle ricadute nelle dipendenze;
  • Miglioramento dell’attenzione e della concentrazione, in particolar modo in caso di disturbi dell’attenzione con iperattività (ADHD).

Inoltre, l’attivazione delle zone del cervello coinvolte durante la meditazione può essere osservata visivamente grazie all’elettroencefalogramma (EEG), e ciò testimonia gli effetti diretti sulla plasticità cerebrale (7). In questi ultimi anni, la mindfulness ha destato l’interesse di un numero sempre maggiore di ricercatori e scienziati, che portano avanti studi per dimostrare gli effetti di questa pratica. Jon Kabat-Zinn, Professore emerito in medicina negli Stati Uniti, è stato tra i primi a contribuire alla diffusione della meditazione in ambito medico.

Ad oggi, la meditazione viene utilizzata con pubblici diversi, quali bambini, adolescenti, adulti, ma anche anziani e pazienti che soffrono di disturbi psichiatrici stabilizzati. Viene inoltre integrata sempre di più nella pratica degli operatori sanitari, come ad esempio presso l’UPPM, dove è stata adattata al pubblico accolto e alle tipologie di cure proposte.

Per maggiori informazioni, si potrà contattare l’Unità di Psichiatria e di Psicologia Clinica “La Roseraie” al +377 98 98 44 20 - 7 bis Avenue des Ligures, 98000 Monaco (Principato).

 

Sources :

  1. CoviPrev (2021). Une enquête pour suivre l’évolution des comportements et de la santé mentale pendant l’épidémie de COVID-19 https://www.santepubliquefrance.fr/etudes-et-enquetes/coviprev-une-enquete-pour-suivre-l-evolution-des-comportements-et-de-la-sante-mentale-pendant-l-epidemie-de-covid-19#block-252159
  2. EPI-PHARE (2021). Rapport 6 : point de situation au 25 avril 2021 https://www.epi-phare.fr/rapports-detudes-et-publications/covid-19-usage-des-medicaments-rapport-6/
  3. Baer, R. A., Smith, G. T., Hopkins, J., Krietemeyer, J., & Toney, L. (2006). Using Self-Report Assessment Methods to Explore Facets of Mindfulness. Assessment, 13(1), 27–45.
  4. Berghmans, C., Tarquinio, C., & Strub, L. (2010). Méditation de pleine conscience et psychothérapie dans la prise en charge de la santé et de la maladie. Santé mentale au Québec, 35(1), 49-83.
  5. Sampaio, C. V. S., Magnavita, G., & Ladeia, A. M. (2021). Effect of Healing Meditation on stress and eating behavior in overweight and obese women: A randomized clinical trial. Complementary Therapies in Clinical Practice, 45, 101468.
  6. Lenoir, A., & Eeckhout, C. (2020) L'effet de la méditation pleine conscience sur le bien-être des enfants et adolescent(e)s souffrant du trouble du déficit de l'attention avec hyperactivité (TDAH): Une revue de la littérature. Faculté des sciences de la motricité, Université catholique de Louvain.
  7. Matiz, A., Crescentini, C., Bergamasco, M., Budai, R., & Fabbro, F. (2021). Inter-brain co-activations during mindfulness meditation. Implications for devotional and clinical settings. Consciousness and Cognition, 95, 103210.

Illustration : https://theawkwardyeti.com/